A cura di Stefania Benni
L’ inquinamento degli ambienti domestici e degli uffici supera addirittura quello esterno. Ecco alcuni suggerimenti su come proteggersi.
Trascorriamo in media 22 ore al giorno in spazi chiusi, come case, scuole e uffici, il che si traduce in oltre 22.000 respiri e 15 metri cubi di aria inalata.
In questi ambienti, l’aria può essere fino a cinque volte più inquinata rispetto a quella esterna, come evidenziato da studi condotti da istituti di ricerca internazionali, tra cui la George Washington University.
Le principali cause di inquinamento indoor includono le polveri provenienti dall’inquinamento stradale, come il PM10 e il PM2,5, nonché sostanze tossiche emesse dai materiali da costruzione, dalle finiture dei pavimenti e dai prodotti per la pulizia. Inoltre, le materie plastiche possono favorire la proliferazione di muffe e batteri all’interno degli edifici.
Ambienti poco ventilati, in cui si utilizzano frequentemente materiali non eco-compatibili e non traspiranti, possono trasformarsi in gabbie sigillate, aumentando il rischio di contrarre asma e irritazioni.
Queste condizioni possono influire negativamente sulla circolazione sanguigna, causando mal di testa, insonnia e, di conseguenza, compromettere il benessere psicologico e fisico.
Secondo gli esperti, piccoli accorgimenti possono migliorare significativamente la qualità dell’aria e il comfort ambientale, a partire dalla scelta dei materiali.
Tra i materiali naturali più versatili e resistenti, il legno è senza dubbio il re della casa.
Utilizzato sia nelle strutture dell’edificio sia nei rivestimenti e nelle finiture interne, il legno è uno dei materiali più sicuri dal punto di vista igienico, a patto che non venga trattato con colle e vernici ad alto contenuto di formaldeide.
È importante consultare le schede tecniche dei prodotti per assicurarsi che i livelli di formaldeide non superino le 0,01 parti per milione (ppm).
Si consiglia di evitare truciolari e compensati di bassa qualità, optando per pannelli di livello superiore realizzati con fibre di legno semplici o mineralizzate mescolate a prodotti agricoli secondari, come paglia di riso o frumento.
Una buona progettazione bioclimatica può mitigare gli effetti dell’inquinamento indoor. Arieggiare frequentemente i locali è uno dei metodi più efficaci per ridurre o eliminare gran parte degli inquinanti interni.
Secondo un rapporto dell’Ispra sulla qualità dell’ambiente urbano, esiste una correlazione diretta tra umidità, tossicità negli ambienti domestici e l’incidenza di malattie respiratorie, come bronchiti e asma.
Sebbene il ridotto arieggiamento possa ridurre i consumi energetici, in ambienti sigillati con doppi serramenti e isolanti termo-acustici, può anche aggravare la situazione se non si adottano sistemi adeguati.
La ventilazione meccanica controllata (VMC) a doppio flusso termodinamico rappresenta una soluzione efficace per ventilare, riscaldare, rinfrescare, filtrare e deumidificare gli spazi chiusi. Per scegliere i materiali di arredamento e rivestimento in modo sicuro, è consigliabile optare per prodotti certificati.
Le nuove pitture e lastre ceramiche antinquinamento per interni si dividono in due categorie: quelle contenenti biossido di titanio (e, in alcuni casi, argento) e quelle a base di minerali e sali organici, capaci di attivare un’azione simile alla fotosintesi.
Entrambe le tipologie sono in grado di neutralizzare una significativa percentuale di inquinanti e di ridurre l’accumulo di sporco sulle superfici, limitando anche il calore accumulato dai raggi solari e combattendo muffe e batteri.
All’esterno, su terrazzi e muri di giardini, questi prodotti permettono alla pioggia di pulire le superfici, mantenendo i colori inalterati e riducendo la necessità di manutenzione.
Esistono anche dispositivi dotati di filtri di nuova generazione, in grado di ridurre sostanze tossiche volatili, allergeni, pollini e acari, oltre a strumenti che rilevano le fonti di inquinamento, incluso il gas radon.
Tutte le piante ornamentali, aromatiche e fiorite contribuiscono alla purificazione dell’aria interna, equilibrando l’umidità e abbattendo CO2, PM10 e altre sostanze tossiche.
Tra le piante più comuni vi sono il ficus, l’edera, la dieffenbachia, la dracena, il pothos, la sansevieria, l’orchidea e l’aloe. Alcune, come la tillandsia, offrono anche una schermatura dai campi elettromagnetici.
Adottare semplici accorgimenti e scelte consapevoli non solo migliora la qualità dell’aria che respiriamo, ma contribuisce anche a un benessere generale, trasformando i nostri spazi in ambienti più sani e vivibili.