In un mondo in continua evoluzione la gestione del condominio richiede, oltre alle fondamentali competenze tecniche, anche un’autentica capacità relazionale e comunicativa e una solida attitudine a lavorare per obiettivi.
Per gli Amministratori di Condominio, quest’ultima abilità non solo può migliorare l’efficienza operativa ma anche garantire maggior benessere, meno stress e più soddisfazione personale.
Quando parliamo di “lavoro per obiettivi”, pensiamo spesso si tratti di qualcosa di estemporaneo. In realtà, ci sono studi scientifici che fin dagli anni ’50 del secolo scorso sono stati condotti per sistematizzare questo tipo di approccio. Non si può non citare Peter Drucker e il suo MBO.
Il “ Management by Objectives” (MBO), o “Gestione per Obiettivi” in italiano, è un approccio al management che negli anni ha avuto un impatto pressoché globale nell’organizzazione e nella gestione aziendale.
Lavorare per obiettivi significa avere una chiara visione di ciò che si vuole raggiungere, insieme a un piano strategico per arrivarci.
Questo approccio può sembrare intuitivo e superficiale, invece richiede una serie di competenze specifiche che vanno dall’identificazione di obiettivi S.M.A.R.T.E.R. alla pianificazione delle azioni necessarie, passando per il monitoraggio e la valutazione dei risultati.
Nel contesto della gestione condominiale (come in altri ambiti), stabilire obiettivi chiari e misurabili è cruciale per lavorare meglio e garantire un servizio di qualità alla clientela.
La Teoria del Goal Setting di Locke e Latham
Abbiamo parlato dei benefici del “definire obiettivi” ma qual è la motivazione teorica a supporto di questa tesi e quali i benefici? Risponde a questa domanda la Teoria del Goal Setting di E. Locke e G. Latham (1984-1990), la quale afferma che:
“ L’obiettivo orienta l’attenzione, mobilita le energie sul compito, incoraggia la persistenza verso l’azione e stimola l’individuazione di opportune strategie, influenzando direttamente la prestazione”.
Gli studi evidenziano come la prestazione sia facilitata grazie al ruolo motivante e attivatore dell’obiettivo immaginato e prefissato.
Se una persona è impegnata in un’attività con uno scopo preciso, la prestazione migliora perché l’obiettivo fornisce un meccanismo di autoregolazione che permette di osservare, monitorare, valutare e adattare il proprio comportamento in funzione del conseguimento dell’obiettivo fissato.
Si pensi, ad esempio, a due fratelli gemelli che decidono di iniziare a correre.
Marco, il primo fratello, decide di farlo semplicemente perché lo fanno tutti, mentre Luigi, il secondo, inizia con lo scopo di correre e terminare la prossima edizione della Maratona di New York. Secondo voi, a distanza di qualche mese, chi avrà incrementato maggiormente le proprie prestazioni nella corsa?
È molto probabile che sia Luigi a ottenere i risultati migliori. È probabile che solo lui si sia alzato nelle mattine fredde e piovose per allenarsi, che solo lui abbia monitorato i tempi al
chilometro per migliorarsi settimana dopo settimana.
Sempre lui si sarà interrogato su quale alimentazione sia più funzionale a garantirgli l’apporto energetico necessario, ecc. In sintesi, possiamo dire che l’obiettivo funge da regolatore della condotta umana in quanto: dirige l’attenzione e l’azione, modula l’energia e l’impegno, aumenta la persistenza e stimola la definizione di strategie appropriate
Coaching: un metodo pragmatico che stimola a lavorare per obiettivi
Un aspetto fondamentale del lavoro per obiettivi è la capacità di definire chiaramente cosa si vuole raggiungere.
Questo, come abbiamo detto, è il primo passo per qualsiasi Amministratore di Condominio che desideri migliorare la propria gestione del lavoro.
Tuttavia, definire gli obiettivi non è sempre facile. È qui che entra in gioco il metodo maieutico del Coaching professionale, un approccio che si basa sull’arte socratica del fare domande per accompagnare le persone a trovare le proprie risposte e le proprie strategie.
Il Coaching moderno nasce nell’ambito sportivo, a metà degli anni ’70, dall’intuizione di un maestro di tennis californiano: Tim Gallwey, ed è stato poi formalizzato da Sir John Whitmore, che lo ha applicato all’ambito aziendale (Business Coaching). Il passo successivo verso l’ambito personale (Life Coaching) è stato abbastanza naturale.
Oggi il Coaching (spesso definito in ambito sportivo “ Mental Coaching”) è un metodo apprezzato in tutto il mondo e grazie a ICF – International Coaching Federation esiste uno standard internazionale di qualità che garantisce a clienti privati e aziende di poter scegliere per sé un professionista serio, competente e preparato.
In Italia esiste, inoltre, una norma che delinea quelle che sono le caratteristiche peculiari di un servizio professionale di Coaching: si tratta della Norma UNI 11601:2015.
Aderendo alla norma si è certi di erogare un servizio di Coaching con la “C” maiuscola, un metodo rigoroso che nulla ha a che fare con guru, motivatori da palco o altre pratiche professionali sicuramente altrettanto nobili ed efficaci, ma differenti nell’approccio.
Il Coaching lavora principalmente sull’autoconoscenza e sullo sviluppo delle competenze trasversali attraverso la valorizzazione del potenziale della persona. Non fornisce soluzioni preconfezionate, bensì lavora su consapevolezza, autodeterminazione e responsabilità, accompagnando l’individuo a esplorare i propri valori, motivazioni e punti di forza e a utilizzare le proprie risorse.
Attraverso domande mirate e feedback d’ascolto, il Coach stimola riflessione e creatività con lo scopo di permettere al Coachee (così è definito il “cliente” del Coach) di sviluppare consapevolezza di sé e strategie personalizzate.
Questo processo di scoperta è potente e rende gli obiettivi più significativi e motivanti per chi li deve perseguire.
Immaginiamo, ad esempio, un Amministratore che desideri migliorare la comunicazione con i residenti di un condominio da lui amministrato.
Attraverso il Coaching, può essere accompagnato a riflettere su quali aspetti specifici della comunicazione necessitino di miglioramenti, stimolando l’osservazione da differenti punti di vista.
Ecco che potrebbe arrivare, ad esempio, alla consapevolezza che i residenti sono insoddisfatti perché non ricevono informazioni tempestive sugli interventi di manutenzione.
Definito un obiettivo specifico in questa direzione, il passo successivo sarà sviluppare un piano d’azione: una newsletter mensile o un sistema di aggiornamenti regolari sulla bacheca condominiale? Sarà di nuovo l’Amministratore a decidere quale sia la strategia migliore.
Uno dei grandi vantaggi del Coaching è che promuove l’autonomia e scommette sul potenziale unico e irripetibile della persona, una miniera di risorse che attende solo di essere scoperta!
Utilizzare e mettere a valore la propria unicità non solo aumenta la motivazione intrinseca, ma favorisce anche lo sviluppo di competenze di problem solving, stimola il pensiero critico e quello creativo, essenziali per affrontare le sfide quotidiane professionali e personali.
Inoltre, il Coaching facilita una maggiore chiarezza di visione. Le domande e i rimandi del Coach possono fungere da stimolo per l’Amministratore, permettendogli di immaginare e definire il percorso da seguire con maggiore nitidezza, identificare i passaggi necessari e stabilire scadenze realistiche.
Cos’è il coaching? Secondo ICF – International Coaching Federation, associazione di riferimento nata negli Stati Uniti nel 1995, il Coaching è: “Una partnership con i clienti all’interno di un processo creativo e di stimolazione del pensiero che li ispira a massimizzare il loro potenziale personale e professionale”. 25 Questo tipo di chiarezza è fondamentale per mantenere il focus e la determinazione nel lungo periodo, evitando di perdersi in dettagli inutili e procrastinare.
Infine, l’approccio maieutico promuove un clima di fiducia e collaborazione tra Coach e Coachee che lavorano in piena e totale alleanza. È proprio la relazione facilitante, che si instaura tra le due figure, la vera colonna portante del metodo.
Sperimentare questo tipo di relazione è formativo per l’Amministratore che, facendone tesoro, la potrà applicare all’interno dell’ambiente lavorativo, dove le relazioni interpersonali sono spesso complesse e la capacità di comunicare in maniera efficace e assertiva per risolvere i conflitti in modo costruttivo, è vitale.
Matteo Tessarotto
Laureato in ingegneria informatica, dopo un’esperienza nel marketing automotive, si dedica al Coaching e ne fa la sua professione.
Oggi, come Coach con credenziale ICF, si occupa di sviluppo del potenziale, competenze trasversali e leadership, di relazione e comunicazione efficace.
Collabora con INCOACHING s.r.l. in qualità di docente del Professional Coaching Program e di altri corsi di specializzazione e approfondimento.
È autore del libro “La spirale dell’autorealizzazione”