CINZIA FRANZA – ASSOCIAZIONE I CULUR
Ognuno di noi cresce con una storia che lo plasma. Può essere una persona, può essere un evento bello o brutto: non importa, ma ti segna per sempre. La mia storia si chiama Industria Piemontese Colori Anilina.
Lì lavorò mio padre fino ai miei 2 anni. Per i successivi 10 anni la mia vita si svolge normalmente, tra parenti, amici e tra i giocattoli che papà vendeva.
Poi, a 12 anni, qualcosa cambia: entra in casa mia il cancro. E non è un cancro qualsiasi; papà scopre di averlo contratto quando lavorava all’IPCA, a causa della lavorazione delle amine aromatiche.
Da quel momento, la mia vita subisce una svolta. Scopro la malattia, scopro la consapevolezza che mio padre, a 36 anni, potrebbe morire. È una malattia professionale, vale a dire che se non avesse lavorato lì non si sarebbe ammalato.
Significa che non è Dio o il fato che lo ha voluto malato, ma è l’uomo che lo ha condannato. Ma la coscienza cos’è? E le anime, cosa sono? Dove sono? A cosa servono?
I colori c’erano già prima della chimica. E allora, perché la chimica? Per produrre di più, per guadagnare di più. All’umanità serve avere più cose colorate a minor prezzo? Allora significa che tutto dipende dal prezzo, anche la vita di un padre.
Questi erano i pensieri che, via via, si palesavano nella mia mente. A 14, 15, 16 anni. Viene da sé che, quando compi 20 anni, sei pronta per la rivoluzione. Occorre cambiare il mondo. Cerchi di capire come fare, ma capisci che non puoi: il mondo non si cambia di colpo.
Devi impegnarti a far capire alle persone che le cose che accadono non sono casuali, che la consapevolezza e la prudenza sono i migliori compagni di vita. Che ogni persona può essere cambiamento. Oggi questa consapevolezza è sempre più diffusa. Forse più tra la generazione Z che tra gli adulti.
La paura è che svanisca con il cinismo dell’età adulta. Allora occorre fissare questa conoscenza attraverso gli esempi, le emozioni, il coinvolgimento. Comprendere che la natura di cui prendersi cura è, in primis, quella vicino a noi. Che le foreste si possono salvare solo attraverso un consumo consapevole.
Ma si può agire anche nel quotidiano: consumare locale, proteggere il verde in città, essere attenti nella gestione dei rifiuti, ridurre gli acquisti di cose superflue. Se non ti serve, non comprarlo.
La dignità della protezione di un animale esotico è la stessa che deve esserci nel proteggere gli animali vicini a noi. Preoccuparsi della protezione delle api è una questione che riguarda ognuno di noi. Queste sono le cose che occorre fissare nelle menti: farlo adesso può significare evitare il baratro.
Vivere in una casa “sana”, senza materiali che danneggiano la salute di chi la abita, è un diritto che abbiamo tutti. Ora che lo sappiamo, non dobbiamo far finta di non sapere.