Il fenomeno delle comunità e cooperative energetiche si è sviluppato fin dall’Ottocento. In quell’epoca a produrre energia elettrica provvedevano piccole centrali, alimentavano le fabbriche. che L’energia non consumata dalle industrie veniva distribuita al vicinato in forma non organizzata. In un secondo momento nacquero le prime cooperative per la gestione delle risorse derivanti dall’idroelettrico. La prima comunità energetica italiana risale al 1897 ed è sorta a Morbegno (SO), in Valtellina. La SEM, Società Elettrica di Morbegno, ad oggi consta di otto impianti idroelettrici, ha una potenza complessiva di 11 MW e rifornisce 13mila utenti. Successivamente, nel 1911, in Friuli veniva fondata la Cooperativa Elettrica Alto But, che rappresenta la prima azienda friulana di produzione e distribuzione di energetica a cui è stata data la forma della cooperativa e che si occupa di: produzione, acquisto e distribuzione di energia da fonti rinnovabili e non, fornitura di gas combustibili e di risorse idriche, gestione di negozi per la vendita all’ingrosso e al minuto, prestito sociale, realizzando in sostanza una cooperativa mutualistica. Nel 1921 sorse in Alto Adige la “Società Elettrica Santa Maddalena” (meglio nota come FUNES), costituita ad oggi da tre centrali idroelettriche e due impianti di teleriscaldamento a biomassa. I cittadini che hanno aderito alla cooperativa beneficiano della capacità di produzione di energia al 100% da fonti rinnovabili; l’energia non consumata viene immessa in rete ed i proventi sono reinvestiti nello stesso territorio, in forma di sconto in fattura o investimenti per nuovi impianti. Una delle eccellenze in questo campo è la EWERK PRAD, cooperativa di Prato allo Stelvio sorta nel 1923 ad opera di 40 famiglie. Ad oggi conta 1350 soci, che, in relazione al 8 risparmio, possono godere del risparmio del 30% sulle fatture di energia elettrica e 20% sul consumo del gas. Risale al 1927 la Cooperativa Elettrica Gignod, a Saint Christophe, in Valle d’Aosta, la quale produce energia, che cede ai soci: qui si evidenzia la centralità dello scopo mutualistico. Spiega la sua attività come segue: la cooperativa cede ad un trader l’energia eccedente il consumo dei soci ed acquista dallo stesso l’energia necessaria per i soci in ogni circostanza in cui la produzione è insufficiente. Alle più antiche seguono altre comunità e cooperative nel corso degli anni. Arrivando al XXI secolo, possiamo citare, tra le più caratteristiche: • La Cooperativa FTI di Dobbiaco-San Candido (BZ), che comprende 1300 famiglie, nasce nel 2003 ed è dotata di un impianto di biomasse di 1500 KW di energia, che fornisce teleriscaldamento ai due comuni. È il più grande impianto di questo tipo in Europa ed è stato il primo di questo genere ad essere sorto in Alto Adige • Nel 2010 nasce la WEFORGREEN, composta da tre impianti fotovoltaici siti in provincia di Verona e di Lecce. Consta di 462 soci autoproduttori che producono energia per 1471 utenze domestiche di autoproduttori e semplici consumatori. I tre impianti sono integrati da un impianto mini-idroelettrico • L’Associazione Comunità Energetica, nata nel 2011, ha realizzato il progetto “Tetto fotovoltaico collettivo per le scuole elementari Fantini a San Lazzaro di Savena (BO)” in collaborazione con l’amministrazione comunale. Il progetto consta di più fasi: la prima fase ha visto protagonisti i cittadini residenti e non, i quali hanno realizzato un impianto fotovoltaico per la produzione di energia sul tetto dell’edificio scolastico. I cittadini interessati hanno acquistato una o più quote dell’impianto (ogni quota aveva un costo di euro 250); con i proventi è stato realizzato l’impianto fotovoltaico, che l’Associazione ha successivamente ceduto al Comune di San Lazzaro. I contributi statali sono stati incassati dall’amministrazione comunale e successivamente sono stati consegnati all’Associazione e da questa ripartiti tra i cittadini aderenti all’iniziativa, mentre eccedenze e surplus sono stati assegnati al comune. • Il progetto è attualmente nella seconda fase, che include il reperimento di nuovi associati e nuove quote per la realizzazione di un nuovo impianto, ugualmente fondato sull’azionariato condiviso • La Comunità energetica del pinerolese nasce nel 2020 ed attualmente comprende 41 comuni. Attualmente riveste la forma di Associazione Temporanea di scopo tra comuni e aziende e comprende 15 impianti fotovoltaici diversi da quelli domestici, centrali idroelettriche e produzione di biogas: quest’ultimo viene trattato in un sistema di cogenerazione ad alta efficienza per generare calore ed elettricità. È sicuramente un contesto in fermento, quello delle comunità energetiche, che prende forme diverse a seconda delle località ove sorgono e delle necessità a cui intendono sopperire. Siamo ancora in attesa del decreto ministeriale che consenta di delineare meglio le caratteristiche delle comunità energetiche rinnovabili italiane. Chissà quali sfide saremo chiamati a sostenere a breve, in nome della salvaguardia dell’ambiente e del clima?

 


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