Ciao Sandro, è questo l’epiteto che noi Savonesi utilizziamo nel rivolgerci al nostro amato Presidente della Repubblica, si perché solo Sandro o pochi come lui hanno interpretato i ruoli della vita, e lo hanno fatto con passione lealtà e onestà intellettuale.
Sandro amava dire “Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai”, Sandro Pertini. Nasceva il 25 settembre 1896, a San Giovanni (Stella) un piccolo paese che dista solo 12 km da Savona , Sandro Pertini è
stato il Presidente più amato dagli italiani.
Era il 1896 quando, l’entroterra di Savona, dava i natali a Pertini. A 124 anni dalla sua nascita, Regione Liguria ricorda il Presidente.
Partigiano e poi Presidente della Repubblica Italiana, uomo dai grandi ideali che con la sua umanità ha saputo avvicinare la politica ai cittadini.
Sette anni fa, l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, faceva
visita alla casa natale di Pertini, ristrutturata da Regione Liguria, in occasione dei 120 anni della sua nascita.
Proprio quest’anno, in cui ricorre il 78º anniversario della Liberazione e i trentatré anni della sua scomparsa, la sala del Consiglio Regionale è stata intitolata all’ex Presidente.
Prima di ricoprire la carica più alta dello Stato, Pertini si è fatto uomo di politica tra la gente come partigiano e perseguitato prima, e come deputato, senatore, esponente di spicco del Partito Socialista Italiano poi.
Rispettoso delle istituzioni, ma al di fuori delle sue logiche autoreferenziali.
Un modello sempre attuale che modello non voleva essere, scomodo nelle attuali categorie tanto di eroe nazional-popolare quanto di rigido professionista della politica, come la celebre foto della partita a carte con Zoff contro Causio e Bearzot dopo il trionfo di Spagna ‘82 ci ricorda ancora.
Il Presidente più amato dagli italiani, votato con la più larga maggioranza della storia repubblicana: 832 voti su 995.
Questo l’epiteto che Sandro Pertini si è conquistato nella storia recente del nostro paese, grazie alla caratura politica assunta negli anni dall’emerito e, soprattutto, a un impegno civico che ha accompagnato tutta la sua vita, a partire dalla gioventù nelle carceri (compresa un’illuminante esperienza nel carcere di Turi dove stringe amicizia con Antonio Gramsci) fra condanne, grazie non richieste (a fatica perdonò alla madre di aver firmato la richiesta di grazia) e confini.
L’esperienza nelle trincee della Grande Guerra, la professione forense, la militanza nel Partito Socialista e la condanna a morte da parte delle SS, cui scampa nel 1944 evadendo dal carcere.
La fuga da Savona di Turati che, insieme a Rosselli, Pertini, Da Bove e Parri, dovettero lasciare l’Italia cercando rifugio dalle violenze fasciste in Corsica.
Dopo un viaggio rocambolesco, durante il quale furono aiutati da Olivetti, riuscirono a partire da Savona con un motoscafo Ecco in poche semplici parole questo è Sandro il Presidente al quale Savona diede i Natali mai dimenticò la sua terra e mai fu dimenticato dai Savonesi.
“Ciao Sandro”
Roberto Giannecchini