Ottorino, tu hai fondato la scuola “Chi vuol
esser visionario” con quale scopo e obbiettivo?
Lavorando con molte aziende e a fianco di tanti professionisti, nel corso degli anni mi sono accorto che, a differenza di quanto si possa immaginare, non sono molte le persone che vogliono veramente portare un cambiamento e innovare, forse perché appagati dalle posizioni acquisite o forse a causa di quella rilassatezza che è il primo messaggio di
allarme verso la necessità di volere di più.
La mia Scuola porta innovazione e crescita e punta alla graduale trasformazione del modus operandi di chi vuole ottenere di più dalla propria attività: il vero motore trainante per il nostro futuro è in parte
il know-how acquisito e in grande parte l’attenzione verso la creatività e la ricerca di soluzioni innovative, realistiche e soprattutto realizzabili.
Ottorino, tu hai avviato una collaborazione con Condominio Solutions per una nuova visione del condominio, ce ne vuoi parlare? Chi sono i tuoi studenti e cosa cercano da questo corso? Si tratta principalmente di professionisti e imprenditori che hanno compreso di come la creazione di nuove idee costituisca la chiave dei propri successi.
I Partecipanti ai nostri workshop desiderano acquisire un Metodo Creativo sicuro e affidabile da applicarew alla propria attività, qualunque essa sia.
Chi è il tuo profiling?
Si tratta prevalentemente di imprenditori e professionisti che vogliono dare una svolta al proprio futuro e a quello della propria aziende.
Però ci sono anche molti partecipanti che io definisco “i curiosi”, coloro i quali hanno sentito parlare dei nostri workshop e vogliono verificare in
prima persona di cosa si tratta e di quali obiettivi si possono raggiungere.
Ho portato personalmente a Parigi al Signor Bich, uno dei tre fratelli, alcune penne dal concetto e dal design innovativo e una di queste è stata brevettata a nome mio e prodotta e distribuita in tutto il mondo.
Quindi si è trattato di un’operazione creativa ma al tempo stesso molto tecnica e pragmatica Con Fiat la collaborazione, che è durata tre anni, è stata di natura più concettuale, ma non meno realistica perché sono state partorite (mi piace usare questo termine) molte idee concrete su un brief ampio e cioè la mobilità urbana, con progetti che riguardavano gli spostamenti del singolo, della famiglia, della comunità. Se devo esser sincero è stata proprio Fiat a spronarci e a chiedere ancora di più verso un approccio creativo e visionario: una grande collaborazione che ha generato progetti concreti per i brand Fiat Auto e Alfa Romeo.
Perché un professionista o un’azienda dovrebbe partecipare ai tuoi corsi?
Una delle persone che hanno partecipato ai nostri workshop mi prende da parte e mi dice “Voi, con i vostri esercizi e con il vostro metodo, mi avete
risvoltato come un guanto” due persone che erano lì vicino hanno aggiunto “è vero, al cento per cento” e abbiamo brindato.
Per me la risposta sarebbe sufficiente ma mi sento in dovere di aggiungere che professionisti e imprenditori, una volta acquisito il Metodo, sono
in grado di generare idee; idee concrete, verificabili, reali, idee e concetti nuovi che hanno una marcia in più e che portano la tua attività a immaginare scenari ai quali la concorrenza approderà, forse,
molto ma molto tempo dopo.
Arrivare prima è una chiave del successo Ecco, queste sono le Visioni
E, se posso aggiungere, do la mia definizione di Visione: la visione è un concentrato
di coraggio
di intuizione
di energia
di fame di crescita
di curiosità
di innovazione
e soprattutto di concretezza e fattibilità
Ottorino qual’è la differenza tra corsi e
work-shop?
anche se si tratta di due attività inserite nell’ambito della formazione, le differenze sono tali da poter distinguere un corso da un workshop in modo
radicale.
Generalmente in un corso c’è un docente che impartisce una lezione attraverso i mezzi che ritiene più opportuni (spiegazioni, slide, esempi, filmati, ecc…) a un gruppo di partecipanti i quali, seguendo le lezioni e prendendo appunti, apprendono i contenuti e acquisiscono competenze.
Un workshop di creatività visionaria prevede invece che ci sia un conduttore che spiega alcuni concetti e che propone ai partecipanti degli esercizi da svolgere.
A seconda degli esercizi e dei temi trattati questi vengono affrontati singolarmente o in piccoli gruppi.
Mentre in un corso il vero esperto è il docente che impartisce la lezione, in un workshop tutti i partecipanti, conduttore compreso, hanno lo stesso
peso specifico perché, mentre in un corso si impara, in un workshop inizialmente si apprendono delle nozioni ma immediatamente dopo si creano delle proposte innovative che vengono analizzate una per una fino a entrare nei minimi dettagli operativi.
Quindi in un workshop di chi vuol esser visionario?
I partecipanti non ricevono una lezione ma sono invece i veri protagonisti.
Ovviamente non tutte le idee sono vincenti: alcune verranno scartate, altre saranno analizzate e sviluppate e alcune diventano dei veri e propri
progetti innovativi, concreti, reali e di sicura fattibilità: sono quelle che noi chiamiamo visioni.
La partecipazione a un workshop è avvincente e stimolante proprio perché non si riceve una lezione ma tutti insieme partoriscono concretamente idee e progetti reali.